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Piergiorgio Lanzini









Cutty Sark Clipper

Il CUTTY SARK disegnato dal progettista  HERCULES LINTON allo scopo di vincere le tradizionali " CORSE DEL TE' " che si tenevano annualmente.
Corse che avevano come scopo principale il trasporto, nel minor tempo, del tè cinese in INGHILTERRA passando dal CAPO di  BUONA SPERANZA e pertanto facendo il periplo dell' AFRICA
Fu varato il 26 Novembre 1869.
l suo primo armatore, JOHN WILLIS, lo chiamò CUTTY SARK ( letteralmente "CAMICIA CORTA" ) in memoria di NANNY, strega protagonista del poema dello scrittore ROBERT BURNS,,effigiata nella polena.
Scafo dalle linee perfette ed equilibrate; costruito con legname di alta qualità.
Effettuò la sua prima traversata verso SHANGHAI nel gennaio del 1870, impiegando solo 110 giorni per tornare LONDRA col suo carico di tè.
Con l'apertura del CANALE di SUEZ i CLIPPER persero la loro posizione di prestigio e nel 1877 furono tolti da queste rotte.
In particolare il CUTTY SARK fu acquistato,in tempi diversi,da due armatori e ribattezzato quindi con i seguenti  nomi:
FERRIERA ( da un armatore di LISBONA ),
MARIA DO AMPARO (da un armatore del PORTOGALLO).
Nel 1922 il capitano inglese WILFRED DOWKMAN lo acquistò, lo restaurò e gli ridiede il nome originale.

Dal 1926 al 1948 fu nave scuola della REGIA MARINA INGLESE.

Nel 1954 fu acquistato dalla CUTTY SARK  PRESERVATION SOCIETY" e trasformato in un museo galleggiante.

Modello in scala 1/90





Drakkar  Danese - Nave da guerra danese

Leggera e snella,la nave da guerra VICHINGA, portava i guerrieri negli oceani.
Imbarcazione lunga, esile e veloce,aveva vela ed albero,ma poteva essere spinta anche a remi: da 24 a 50 a secondo della sua dimensione.
Grazie alla sua struttura sottile e a chiglia piatta, riusciva a penetrare anche nelle insenature più anguste. Poteva sbarcare su qualsiasi spiaggia.
Non aveva bisogno di banchine o moli per l'attracco, ma poteva ormeggiare direttamente sulla terra ferma.

Ricostruzione fatta, in scala 1/60, basata su ricerche e studi fatti sulle navi ritrovate nei fondali del fiordo di ROSKILDE, in DANIMARCA, riportati nei libri di:

RUDOLF FORTEN -L'EPOCA DEI VICHINGHI

SUSAN MARGENSON- I VICHINHI.



Drakkar FunebreNave Funeraria di  OSEBERG

Il tumulo di OSEBERG era lungo 44 Mt. e alto 6 Mt.
Fu riportato alla luce nell'estate del 1904.
Le pietre che lo ricoprivano avevano distrutto tutto lo scafo, riducendolo
in migliaia di frammenti.
Ogni pezzo venne lavato e rivestito di un materiale protettivo.
La nave fu cosi ricostruita.
La nave funeraria di OSEBERG è la più sontuosa tra tutte quelle trovate.
Nel suo interno sono state rinvenute le ossa di due donne morte a metà
del IX sec.; una appare come REGINA,l'altra come SCHIAVA.

La nave conteneva:
           -un carro in legno riccamente decorato,
           -tre slitte, più una quarta da lavoro,
           -arredi, mobili e utensili da cucina.

La zona funeraria della nave conteneva la  CASSA FUNEBRE di
quercia finemente decorata con fasce in ferro.
La chiusura di questa cassa prevedeva tre barre di ferro che terminavano
con teste di animali
Conteneva anche molti utensili che le donne avrebbero usato nell'aldilà

Ricostruzione fatta, in scala 1/50,in base a ricerche riportate nei libri di:
          RUDOLF FORTEN: L'EPOCA DEI VICHINGHI
          SUSAN MARGENSON: I VICHINGHI.




Euterpe Torpediniere

TORPEDINIERE di 4^ Classe da 13,5 tonnellate, realizzato in 14 esemplari nell'anno 1883 presso i cantieri THORNYCROFT di LONDRA .

Costituirono il primo gruppo di TORPEDINIERE della marina ITALIANA, destinate, nel progetto, ad essere imbarcate sulle navi maggiori.
Furono invece impiegate per la difesa mobile delle basi navali; in particolare:
 
LA SPEZIA  e VENEZIA.

Dai piani originali del cantiere costruttore londinese sono state tratte, dal Comm.  GAY
alcune tavole: piano di costruzione, viste di fianco, vista dall'alto,sezione longitudinale e sezione orizzontale,destinate alla costruzione di natanti destinati alla GUARDIA  DI'  FINANZA.

Modellino, in scala 1/68, costruito sulla base di disegni e studi di
GIORGIO MICHELINI
fatti nel 1977.






Gondola Toscana

Il termine  "GONDOLA" è di origine antichissima.
La prima volta che appare su scritti è nel 1094 a Venezia.
Quel termine lo troviamo anche a Genova in alcune scritture del 1246 e precisamente nei contratti conclusi tra i mandatari di LUIGI IX Re di Francia e la Repubblica di GENOVA.
Tali contratti riguardavano il noleggio delle navi destinate al trasporto dell'esercito FRANCO-PROVENZALE destinato alla CROCIATA contro i TUNISINI.
In tali contratti era precisato che la più piccola imbarcazione doveva essere una "GONDOLA" a dodici remi.
In seguito esistono citazioni di "GONDOLE" in scritti rinvenuti a PISA, ANCONA, NAPOLI, in SICILIA, e in FRANCIA (Provenza); gondole impiegate come " servizio" a navi maggiori.

Il modellino riprodotto, in scala 1/35 , si riferisce ad una GONDOLA costruita intorno al  1890.

Barca robusta , non pontata, lunga f.t. 8,18 Mt.. Dotata di 5 paia di remi normali , lunghi 3,6Mt.. , più 2 remi posti a poppa idonei alle manovre, lunghi 2,5 Mt.
Aveva un corredo doppio di alberi, con relative vele e antenne, che venivano montate e ancorate al primo o secondo banco da prua tramite una "SCASSA" e un semicollare in ferro.


 
 

Gozzo Ligure " Cornigiotto "                      
                   
Piccolo gozzo di Mt. 4,35 costruito dal maestro d'ascia genovese    
FRANCESCO TIRASSO

Molto largo sul baglio con linee affilate nella parte immersa ,offre
pertanto un buon galleggiamento anche con onde corte e rapide
molto presenti nel l'ALTO TIRRENO e nel MAR LIGURE.
Questo tipo di gozzo, oltre ai remi , poteva essere armato con   
vela latina sostenuta dall'albero maestro ancorato al banco
posto a prua,e da un fiocco.
Questa imbarcazione è pressoché scomparsa perché mal si adatta
all'utilizzo di un motore.
La forma rientrante della prua fa si che , con la velocità tenda
ad imbarcare acqua da prua
.
Ricostruzione, in scala 1/30 ,fatta sulla base di note bibliografiche
e disegni di MARIO CORSICO
riportate sul libro:
VELE ITALIANE DELLA COSTA OCCIDENTALE
di Bellabarba  e Guerreri edito dalla     HOEPLI


 
 

Kotia - Boutre de Madagascar

Il vocabolo francese " BOUTRE ",coniato dagli europei, è la denominazione che indica le imbarcazioni di uso comune nell' OCEANO INDIANO.
Questo modello è della famiglia dei: K O T I A
e si incontra nel mar ROSSO,nel golfo PERSICO, nello stretto di  MOZAMBICO,sulle coste del MADAGASCAR e nelle isole COMORRE.
Barca che fa cabotaggio vicino alle coste ricche di ripari, trasportando frutta e legname vario.
La grandezza di questi battelli varia dagli otto ai quindici metri, e hanno tutti un unico disegno:
grande specchio di poppa e col diritto di prua più o meno inclinato.
La costruzione è molto rozza perché realizzata con attrezzi alquanto primitivi.
I corsi del fasciame sono ineguali ed irregolari e pertanto necessitano di una abbondante calafatura.  
L'alloggio per l'equipaggio è sotto il ponte di poppa; le provviste sono conservate sotto il ponte di prua. La parte centrale dell'imbarcazione, riservata al carico, non è pontata ed è ricoperta da un tetto di foglie o di cannicci.

Il modellino riprodotto, in scala 1/50, si riferisce ad un
BAUTRE DEL MADAGASCAR proposto da GIORGIO MICHELINI
.








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