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Ospiti > Claudio De Bellis

Ospiti del sito

Claudio De Bellis ha partecipato alla
nostra XVII Mostra portando con se
due strepitosi modelli, un
Messerschmitt Me 262 e un
JUNKER JU 52 ,vincendo, peraltro
con quest'ultimo, il best di categoria
ed un oro con il primo.
L'amico Claudio alla nostra richiesta
di ospitare i suoi lavori sul nostro
sito, non ha esitato a fornirci questi
due splendidi Passo Passo dove si
possono apprezzare la perizia model_
listica, l'accuratezza storica e
l'enorme mole di lavoro profusi per
la realizzazione dei modelli.
Siamo grati a Claudio per il privilegio
concessoci e gli rinnoviamo i nostri
sinceri complimenti

Claudio De Bellis
Club Modellistico del Tirreno

Il vero Me 262 A– 1a  W.Nr 501232 nel Maggio 1945 appena catturato a Monaco

PARTE PRIMA

Messerschmitt Me 262 Schwalbe (rondine) : la storia

« Era come se un angelo lo stesse spingendo… »  così Adolf Galland, icona assoluta dell’aviazione  tedesca, descrisse il Messerschmitt  262 “Schwalbe” (rondine) detentore del primato di primo caccia della storia con motore a getto ad entrare in servizio operativo. Spinto da una coppia di innovativi (e fragilissimi quanto pericolosi) motori Jumo 004B,  l’aereo vantava prestazioni per l’epoca eccezionali (oltre 870 km/h a 7000 mt di quota contro i circa 700 Km/h  del P51D Mustang o del  P47 Thunderbolt  alla medesima altitudine). Inoltre, pesantemente armato con i suoi 4 cannoni Mk108 da 30 mm piazzati in fusoliera, con un rateo di fuoco di circa 550 colpi al minuto (in effetti piuttosto lento ma letale), era in grado di abbattere un aereo nemico con una sola raffica a segno . Ma la poderosa spinta dei suoi reattori a flusso assiale monoalbero fu anche, al tempo stesso, il tallone d’Achille di questa superba macchina. Infatti la vita media di un motore Jumo004B era di sole 25 ore (e comunque da revisionare già dopo circa 10 ore di funzionamento) dopodichè doveva essere sostituito. Inoltre la potenza sprigionata dal reattore esigeva un tributo di carburante veramente enorme (nell’ordine dei 1000 litri/ora a massimo regime) che la Luftwaffe nell’ultimo periodo di guerra non poteva certo più permettersi. L’avviamento della turbina avveniva a mezzo di un piccolo motore a pistone a due tempi Riedel posizionato sull’ogiva della turbina stessa ed azionato da uno specialista tramite un’accensione a strappo con un cordino che poi si riavvolgeva automaticamente. Il Riedel trascinava quindi la turbina vera e propria dopo di che, raggiunti circa i 2000 giri, il pilota provvedeva a fare affluire il carburante per l’accensione definitiva. Era fondamentale non effettuare brusche variazioni di potenza pena l’esplosione o l’incendio dei motori a causa della scarsa resistenza al calore delle leghe utilizzate vista la penuria ormai cronica di materie prime (cromo e nickel) a fine guerra. Inoltre in volo il motore, in caso di spegnimento, non poteva essere riavviato. Furono costruite oltre 1400 macchine delle quali solo circa 300 entrarono in azione anche a causa della persistente mancanza di carburante nonché per colpa delle errate scelte di Hitler il quale, rimasto impressionato dalle qualità del velivolo, volle distogliere il caccia dalla sua naturale attitudine per destinarlo anche ad altri compiti (bombardiere, caccia notturno) tanto da rallentarne la produzione e messa in operatività nei reparti viste le numerose varianti e sottoserie che ne scaturirono.

Il modello


L’aereo che ho scelto di rappresentare è il Me262A-1a  5 giallo (W.Nr.501232)  Unit 9./KG(J)6 basato nei pressi di Praga nell’Aprile/Maggio 1945. L’8 Maggio del medesimo anno, dopo essere atterrato a Monaco/Riem  (pilotato dal Lt Heinrich Haffner) fu immediatamente catturato dagli americani e dopo varie vicende inviato negli USA dove tuttora, dopo essere stato restaurato con varie parti di altri Me262 e riverniciato (tra l’altro con una livrea diversa), fa bella mostra di se al National Museum di, Wright-Patterson Air Force Base, Dayton (Ohio). I soggetti principali del diorama in effetti sono proprio i due motori Jumo 004B. Appeso sotto l’ala sinistra ho cercato di rappresentare una turbina ormai usurata mentre a terra, sul suo supporto in legno, si trova il motore nuovo in attesa di essere installato. Nel frattempo uno specialista osserva con sguardo irritato il collega che perde tempo a controllare una motocicletta Zundapp K800 presumibilmente appartenente a qualche ufficiale pilota.. Per questa realizzazione mi sono servito della scatola Trumpeter  item 02235 scala 1/32. Devo dire che il kit in questione è abbastanza impegnativo con le sue oltre 350 parti ma di notevole qualità ed offre anche una piccola lastra in fotoincisione (sostituita con quella della Eduard) per il cockpit e le cinture. I carrelli in ferro, proposti quali alternativa a quelli classici di plastica, risultano assolutamente necessari viste le dimensioni generose del modello ma soprattutto il suo peso; le ruote sono solo  in gomma. La scatola comprende anche due motori quasi completi (sprovvisti  infatti come vedremo di tutti i cablaggi e tubazioni) e un ottimo vano armi.

KIT:  Me 262 A-1a :Trumpeter scala 1/32 item 02235   Accessori: Fotoincisioni  Eduard Big-Ed per Me 262
        Zundapp K-800:  Vulcan scala 1/35 item 56006  Accessori: Nessuno
        Figurini: Verlinden Meccani Luftwaffe scala 1/32 item 2669
        Attrezzi da campo:  Set italeri scala 1/35 item 419  
        Cassetta attrezzi : Eduard
        Bidoni e casse: Elementi in resina
        Scalei in legno: Autocostruiti in legno per modellismo navale         

COCKPIT

Le consolle laterali sono state asportate e sostituite con parti in fotoincisione e vengono aggiunti cablaggi sul pavimento. (FOTO 1
). Le pedaliere sono sostituite con elementi Eduard. La vasca è colorata in RLM66 e profilata a dry-brusch con RLM02 e metallo (FOTO 2). La cloche riceve dettaglio con filo di stagno e fascette in nastro tamiya. I pomelli delle varie leve sono ottenute con piccole gocce di colla vinilica dipinta in giallo e rosso (FOTO 3). Il Pannello strumenti è in fotoincisioni Eduard. Il colore di fondo RLM66 è uniformato con quello del resto dell’abitacolo. I vetrini sono gocce di colla Future (FOTO 4).
Le cinture di sicurezza sono costituite da circa 35 fotoincisioni (FOTO 5). L’abitacolo assemblato. Il retro del pannello strumenti deve ricevere i cablaggi elettrici sul retro (FOTO 6 e 7). Il collimatore Revi è ricostruito in plastica e fotoincisioni con vetrini in acetato (FOTO 8). L’abitacolo terminato con il blindo-vetro e cappottina (FOTO 9 e 10). I trasparenti sono stati dipinti anche internamente previo mascheratura.




VANO ARMI:  CANNONI Mk 108 30 mm

Il vano armi è stato dettagliato con innumerevoli cablaggi in filo di stagno di varie sezioni che simulano i collegamenti elettrici ed idraulici (foto 11 e 13). Sono aggiunti due nastri per il sistema di caricamento delle armi superiori assenti nel kit (FOTO 12). Il colore base ella baia armi è l’Alclad 101 Alluminio. I nastri sono in RLM66 mentre tutto il resto è il classico RLM02. I cannoni Mk108 da 30 mm sono stati verniciati con Metal Gun (Foto da 14 a 16). Il vano armi finito ( Foto da 17 a 19).  Le canne che fuoriescono dalla cofanatura anteriore sono state costruite con un tubicino di ottone ed incollate dall’esterno dopo essere state colorate. Il motivo di tale scelta, oltre che ad aumentare il livello di dettaglio, deriva dal fatto che in realtà sotto il cofano vi sono dei pesi in metallo per non fare sedere il modello sulla coda una volta finito.




BAIA DEL CARRELLO ANTERIORE

La baia del carrello anteriore è stata dettagliata con lamierino in ottone, fotoincisioni e filo di stagno (FOTO 20 e 21). Le due parti che compongono il vano devono essere assemblate e verniciate  prima di essere inserite in fusoliera e chiudere il modello. Contemporaneamente deve essere inserita la gamba anteriore (in metallo fornita nel kit) e la gamba di forza (FOTO 22). Il carrello  è stato accessoriato e dipinto in RLM 02 come tutto il resto della baia  (FOTO 23).  La zona finita e munita di pneumatico in vinile (FOTO 24).



BAIA CARRELLI CENTRALE

Per dettagliare la baia centrale sono state utilizzate le fotoincisioni della Eduard, filo di stagno, nastro tamiya e rod in plastica. Oltre che alle varie connessioni elettriche, idrauliche e di ossigeno sono stati completamente ricostruiti i leveraggi della cloche utilizzando rod con sezione di 0.5 mm. (FOTO da 25 a 31). La mano di fondo è in alluminio Alclad 101 nonostante le istruzioni del modello indichino RLM 02. Questo perché  in riferimento ad una circolare della Luftwaffe  (http://www.swannysmodels.com/Painting.html) pare che gli ME262 dovessero avere quest’area in metallo naturale. Di quanto sopra ho trovato anche riscontro  sul Walk Around dello Squadron Signal n°42  (FOTO da 32 a 39). Tutta la parte relativa all’ossigeno (serbatoio e tubazioni) sono state verniciate di blu (FOTO 32- 33). La maggior parte invece dei fili elettrici erano di colore giallo (FOTO 34).Sono state completamente dettagliate anche le paratie con cablaggi, raccordi e tubature. (FOTO 29 e 36). Gli ultimi cablaggi possono essere installati solo dopo avere montato le ali con la fusoliera ed installati  i carrelli e le relative gambe di forza per dare continuità ai collegamenti stessi (FOTO 38,39 e 40). I carrelli sono stati invece verniciati in RLM 02 come del resto tutti gli interni degli sportelli di chiusura del vano ruote  (FOTO 40 - 41).







SUPPORTO MOTORE ALA SINISTRA

La parte inferiore dell’ala sinistra è stata completamente ricostruita per presentare il motore a vista. Con del plasticard e dello stucco viene pareggiata l’ala ed in seguito sono re-incisi i pannelli, le file di rivetti e i tappi di ispezione (FOTO 42). La zona dopo la colorazione (FOTO 43) e l’invecchiamento (FOTO 44). Nelle asole saranno passati le condutture del carburante per essere successivamente collegate alla relativa flangia ubicata nella parte superiore del motore. L’unica parte di gondola presente è stata sezionata dal pezzo intero.




LA SUPERFICIE INFERIORE DELL'AEREO





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